Campidoglio due – la casa dei cittadini
ROMA - ITALIA
CON GREGOTTI ASSOCIATI
Scopo principale del nostro progetto è di mettere in evidenza, senza esibizioni monumentali o decorative, il carattere pubblico del nuovo insediamento del Campidoglio Due, riorganizzazione di luogo delle sinergie dei servizi essenziali della città di Roma. Esso si opera attraverso alla concreta messa in forma architettonica di una serie di distinzioni e di affermazioni. In questo gioca un ruolo essenziale la coincidenza tra architettura e disegno urbano che rappresenta nello stesso tempo una differenziazione rispetto ad ogni posizione di riduzione ad oggetto estetico o tecnico che rientri nella tipologia dell’ufficio delle grandi “company” (senza per questo venir meno all’impegno dell’efficacia e della flessibilità d’uso) ed insieme un’affermazione del carattere pubblico dell’intervento, cioè del suo offrirsi come sistema aperto, come disegno, cioè attribuzione di significato allo spazio tra le cose costruite e la sua abitabilità.
La morfologia del nuovo insieme urbano è fondata su due elementi essenziali: il sistema di quattro lastre sottili di circa 40 metri di altezza, 150 di lunghezza e 10 di profondità, fra loro formalmente e funzionalmente interconnesse ed una grande piazza sopraelevata che guarda al di là dello spazio aperto della ferrovia, verso il colle Aventino con le Terme di Caracalla alle sue pendici, verso la Via Appia e il Bastione Ardeatino ridisegnato da Antonio da Sangallo il Giovane nel Rinascimento e verso il centro della Roma Antica: ogni futuro è fondato sul terreno della storia. Un viale pedonale alberato connette al di sopra della ferrovia la piazza sopraelevata con il piede dell’Aventino in direzione delle Terme di Caracalla. Le “lastre”, rese percettivamente ancor più sottili dall’articolazione delle testate a sbalzo definiscono, rispetto al circostante denso e caotico, un grande spazio aperto pedonale disponibile agli interscambi pubblico-privato: ad esso guardano le facciate trasparenti, i “grandi vetri” delle lastre sottili. Tre di esse difendono l’ampio spazio dalla differente natura urbana dell’esterno con fronti piene di diversi materiali: mattone, marmo venato, travertino, materiali usati da secoli nella città di Roma. La quarta lastra, parallela alla ferrovia, che ha il fronte pieno verso sud in ferro corten, è animata da un sistema di finestre accoppiate e dagli elementi sporgenti dei captatori solari che punteggiano la facciata. Ogni fronte ha le proprie eccezioni come modo di appoggiare al suolo, di offrirsi nell’attraversamento, di richiamare il materiale del proprio fronte opposto, di sottolineare con doppie altezze i luoghi di libera riunione dei lavoratori degli uffici. La vasta area pedonalizzata prevista permette inoltre di costruire, nella grande piazza verso sud, livelli progressivi di accesso diversamente alberati, che si connettono con l’esteso spazio verde che introduce all’intero sistema dalla circonvallazione Ostiense.